lunedì 14 ottobre 2013

lunedì 22 luglio 2013

Oltre il muro del sonno - 056

Ero in limousine con Luisa e difronte a noi c'era Beppe Maniglia (!) con la mano destra monca.
Quando gli chiesi com'era successo lui mi raccontò che voleva prendere una birra da un distributore automatico ma questo gli aveva fregato la moneta. Iniziò a prenderlo a pugni finchè riuscì a spaccare il vetro del distributore che però gli tagliò la mano in profondità e lo costrinse quindi a farsela amputare.

lunedì 24 giugno 2013

Daniil Charms - Scrivere delle gran lettere

Caro Nikandr Andreevič, ho ricevuto la tua lettera e ho capito subito che era tua. All’inizio avevo pensato che magari non fosse tua, ma quando l’ho aperta ho capito subito che era tua, mentre prima avevo pensato che magari non fosse tua.
Sono contento che è già un po’ che ti sei sposato, perché quando uno si sposa con quella con cui si voleva sposare, vuol dire che ha ottenuto quello che voleva.
Per questo sono molto contento che ti sei sposato, perché quando uno si sposa con quella che voleva, vuol dire che ha ottenuto quello che voleva. Ieri ho ricevuto la tua lettera e ho pensato subito che era tua, poi ho pensato che sembrava che non fosse tua, l’ho aperta, ho guardato, era proprio tua.
Hai fatto proprio bene a scrivermi. Prima non mi scrivevi, poi tutto d’un tratto mi hai scritto, anche se anche prima, prima di non scrivermi per un po’, tu m’avevi già scritto. Subito, appena ho ricevuto la tua lettera, ho deciso subito che era tua, e poi sono molto contento che ti sei già sposato.
Perché se uno ha voglia di sposarsi, bisogna che si sposi e basta. Per questo sono molto contento che tu, alla fine, ti sei sposato proprio con quella con cui ti volevi sposare. E hai fatto proprio bene a scrivermi. Sono stato molto contento quando ho visto la tua lettera, e ho perfino pensato subito che era tua.
A dir la verità, mentre l’aprivo, ho pensato che magari non fosse tua, ma poi ho deciso che era tua in ogni caso. Te ne ringrazio molto e sono molto contento per te. Tu, forse, non sai spiegarti perché sono così contento per te, te lo dico subito, sono contento per te perché ti sei sposato, e proprio con quella con cui ti volevi sposare. E è proprio bene, sai, sposarsi proprio con quella con cui ci si vuole sposare, perché così si ottiene quello che si vuole. Ecco perché sono così contento per te.
E sono contento anche che mi hai scritto una lettera. Fin da subito avevo deciso che la lettera doveva essere tua, l’ho presa in mano e ho pensato: e se per caso non è tua? Poi ho pensato: ma no, certo che è tua. Apro la lettera e intanto penso: è tua o non è tua? È tua o non è tua? Be’, come l’ho aperta, l’ho visto subito, che era tua. Sono stato molto contento e ho deciso di scriverti anch’io una lettera.
Ho molte cose da raccontarti, ma non ho proprio tempo. Quello che ho potuto, te l’ho scritto in questa lettera, il resto te lo scriverò un’altra volta, adesso non ho più tempo. Intanto, è un bene che mi hai scritto una lettera.
Adesso so che è già un po’ che ti sei sposato.
Anche dalle lettere precedenti, sapevo che ti eri sposato, e adesso lo vedo ancora: è proprio vero, ti sei sposato. E sono molto contento che ti sei sposato e che mi hai scritto una lettera.
Subito, appena ho visto la tua lettera, ho deciso che ti eri sposato un’altra volta.
Be’, ho pensato, è un bene, che ti sei sposato un’altra volta e che me l’hai scritto in una lettera.
Scrivimi adesso com’è la tua nuova moglie e come sono andate le cose.
Salutami la tua nuova moglie.

Daniil Charms
(25 settembre e ottobre 1933)

lunedì 4 marzo 2013

Oltre il muro del sonno - 055

Dovevo andare a Ozzano (!?) per il Disaster Recovery di Firenze, e per raggiungere il luogo, da Meda (!?) presi una scorciatoia vicino alla strada che tagliava per San Giorgio. Arrivato a destinazione, il mio capo si incazzò con me perché non tutte le macchine erano state predisposte per il DR.

Oltre il muro del sonno - 054

Stavo dormendo in camera a Bologna, ma in letto con me non c'era mia moglie ma mia madre. Ad un certo punto si sveglia e spalanca la portafinestra su via Amendola e vede Bologna immersa di scintille, come se un incendio avesse portato le faville a ricoprire la città.

Oltre il muro del sonno - 053

Mio padre stava via da casa per un weekend, in una pensioncina pagata dalla sua ditta. Io trovavo la cosa molto brutta, e chiesi a mia madre come faceva ad accettare il fatto così tranquillamente. Questa mi rispose che anche in passato era successo e non c'era nulla di male. Una sera vedo mio padre che arriva malconcio e zoppicante a casa e, in camera, mi spiega cosa era successo: aveva fatto una cosa ad un tipo con la promessa di pagamento, ma il pagamento non era mai avvenuto, percui picchiò la persona. Purtroppo la porta era socchiusa e lo videro dei carabinieri che lo denunciarono.