A volte mi sveglio sfinito. Il sonno non mi riposa, mi affatica, come se Morfeo non mi abbracciasse tutta la notte, ma mi facesse correre senza sosta tra colline irte e vali scoscese, facendomi sentire per intero il peso del mio corpo, organo dopo organo, tessuto dopo tessuto. Mi metto a sedere e penso a come potrebbe essere un sonno senza pensieri, un motivo idiota da canticchiare sotto la doccia della mia stanchezza, e in quel mentre le palpebre si chiudono e ritorno a combattere con i miei fantasmi, in una lotta estenuante dalla quale mi sveglierò distrutto con la voglia di un vero sonno.
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