martedì 7 settembre 2010

Michele Pecora - Vestita di Bianco (1981)




Ieri sera sul tardi han suonato alla porta.
Ho aperto, era notte, una figura mi ha detto
“Ciao, sono la morte!”
Non so perché, non mi sono sorpreso.
È entrata parlando e ho detto: “Ti stavo aspettando”
Si è seduta di fronte, poi dopo un istante
mi ha detto: “È un vero peccato.
Sei bello, sei forte però sei tanto sudato”
Le ho detto: “Ti chiedo un solo favore.
Quando verrà l'ora ti prego non fare rumore.
Io non ho paura ma gli altri non devono sentire”
Poi le ho detto: “Lasciami il tempo,
soltanto il tempo di farmi scordare.
Dirò soltanto che devo partire, che me ne voglio andare”

Poi non so spiegarlo ma è come se adesso
Trovassi la mia liberazione.
È come staccarsi da un mondo che non ti ha mai voluto bene.
L'indifferenza, la gente che non ha più niente da dire.
Adesso io posso adesso io voglio per l'ultima volta respirare
Quello che sento non riesco a spiegarlo…
E tu sei vestita di bianco.
T'immaginavo diversa e cattiva,
pensare che sembri una cosa viva!
Voglio guardare per l'ultima volta gli alberi, i fiori.
Lo sai, è primavera
e adesso la sera arriva più tardi
e i giorni già sono più caldi.

Adesso se vuoi possiamo anche andare.
Ho fatto le cose che avevo da fare.
Ho detto le cose che avevo da dire.
Adesso io posso, adesso io voglio
Venire.

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