lunedì 12 dicembre 2011

Oltre il muro del sonno - 047

Ero entrato in un'edicola a prendere il giornale, e gli edicolanti erano Angela Merkel e Nicolas Sarkozy (!!)

giovedì 17 novembre 2011

L'Urlo Muto

Ma l'urlo muto può essere uno sbadiglio. Il marchio della noia. Colei che abdica il niente e fa dell'ente un tutt'uno con l'ambi-ente. Io sono lo spazio in quanto io non ho il ni-ente che anticipa l'ente (il qualunque che annunciandosi esiste).

In pace con me stesso non sono più Io, sono con il Tutto, il tutt'uno uni-ficato, ovvero fica-to/genera-to dal-nell'Uno.

La noia/l'urlo muto/lo sbadiglio me lo suggerisce implacabile.

Ti amerei, ma per amarti dovrei avere un Io che oggi mi manca.
Sono nella noia. Sono nell'ambiente.
Mi manca la Morte anticipatrice dell'ente per predispor-Mi a Te.

venerdì 11 novembre 2011

Oltre il muro del sonno - 046

Io e Luisa eravamo sulla scalinata del Pincio ad assistere a una piece teatrale di Giorgio Albertazzi, quando ci accorgemmo di avere alle nostre spalle mio cugino Piero (invecchiatissimo) e la sua nuova compagna, munita di collare ortopedico. Quando le strinsi la mano per presentarmi, scoprii che aveva l'arto offeso.

giovedì 10 novembre 2011

Oltre il muro del sonno - 045

Ero andato a trovare Cristiana S. e suo marito Dino, ed era pure presente il fratello di Dino, Luciano, che aveva i capelli insolitamente lunghi e ricci, che creavano una continuità col pelllicciotto arricciato (!) che indossava.

mercoledì 26 ottobre 2011

venerdì 14 ottobre 2011

Oltre il muro del sonno - 044

Stavo nel piazzale difronte alla casa dei "polastrari", e guardavo le gare abusive di auto che si facevano lungo la strada provinciale. La gara consisteva nel fare dei testa-coda sulla strada rimanendo cmunque in carreggiata.
Ad un certo punto un'auto va fuori strada e recipita giù dalla rampa dei polastrari. Io suggerisco alla signora di chiamare i carabinieri, ma in in quel momento il pilota esce dall'auto capottata e ci minaccia di morte in caso ci fossimo rivolti alle forze dell'ordine.

lunedì 3 ottobre 2011

Oltre il muro del sonno - 043

Non mi ricordo dove eravamo, ma vidi la mia ex collega tutor Tatiana Q. (stranamente bionda) togliersi una scarpa nel tentativo di picchiare l'attuale mio collega Stefano T. che l'aveva presa in giro. Parlando poi con calma con Tatiana, questa mi disse che Stefano era un suo allievo particolarmente indisciplinato e idiota. Ciò mi soprese, visto che ora è uno dei programmatori più in gamba dell'azienda nella quale lavoro.

lunedì 26 settembre 2011

Oltre il muro del sonno - 042

Ero in corridoio nella mia casa a Casotto, precisamente di fronte alla porta del corridoio della dispensa e alla porta della mia camera, e mentre in quest'ultima c'era mi madre che stava piegando un lenzuolo, nel corridoio della dispensa c'era mia madre che mi parlava. Io rimasi di stucco e chiesi a questa come poteva essere contemporaneamente in due posti diversi. Nel momento in cui mi girai per guardare mia madre in camera, questa era scomparsa.

mercoledì 21 settembre 2011

Oltre il muro del sonno - 041

Ero in un teatro per assistere all'esibizione dei Big Four, e di fianco a me c'era la tipina che incontro spesso in mensa. Questa aveva freddo e le chiesi quindi se potevo abbracciarla per riscaldarla. Lei me lo permise. Intanto stavamo aspettando il turno dei Metallica che però tardavano. Iniziai quindi ad urlare "I Metallica sono una merda!", esattamente come a un concerto dei Naked City uno spettatore urlò "John Zorn sei una merda" duranate l'esecuzione di "Louange à l'éternité de Jésus" di Olivier Messiaen.

giovedì 15 settembre 2011

Top Photos: Man Ray - La Priere (1930)

Oltre il muro del sonno - 040

Ero andato via di casa e mi trovavo a Modena, in una specie di Squat che però apparteneva a un signore anziano che me lo stava vendendo a buon prezzo.
Una sera, stavo in un ristorante e Sebastian L., un mio vecchio coinquilino, fa gamba tesa al mio passaggio. Io lo afferro e lo meno, per poi scusarmi dicendo che non lo avevo riconosciuto immediatamente.
La scena seguente è in ospedale, dove è ricoverato Sebastian L., e noto che questo ha una lunga cicatrice in direzione del pancreas. Vengo a sapere che tempo prima aveva avuto un gravissimo incidente in moto subito dopo essere arrivato con l'aereo da non-so-dove

mercoledì 3 agosto 2011

Oltre il muro del sonno - 039

Stavo tornando a casa dopo una seratina in un parco, e in auto mi accorgevo che la testa era piena di bitorzoli dovuti alle punture di zanzare prese durante la serata

lunedì 25 luglio 2011

Amy Winehouse - Back To Black



Non ha lasciato tempo ai rimpianti
si è tenuto il cazzo bagnato
con la sua solita vecchia scommessa sicura

Io e la mia testa alta, e le mie lacrime prosciugate
vado avanti senza il mio uomo

Tu sei tornato indietro da quello che conoscevi
sei stato così lontano da tutto quello che abbiamo passato
ed io ho calpestato un terreno dissestato
le circostanze mi sono sfavorevoli

Tornerò in lutto

(Amy Winehouse, Back to Black, 2006)


Oltre il muro del sonno - 038

Io e Amy Winehouse eravamo insieme, e nel sogno eravamo a letto: lei sotto, con capelli sciolti che coprivano mezzo letto, io sopra che la fissavo negli occhi.

martedì 19 luglio 2011

Quentin Tarantino - Pulp fiction (1994)





Honey Bunny: [about to rob a diner] I love you, Pumpkin.
Pumpkin: I love you, Honey Bunny.
Pumpkin: [Standing up with a gun] All right, everybody be cool, this is a robbery!
Honey Bunny: Any of you fucking pricks move, and I'll execute every motherfucking last one of you!

venerdì 8 luglio 2011

Body Integrity Identity Disorder

Come possiamo accettare il nostro corpo la cui immagine fisica non corrisponde all'analoga immagine mentale che abbiamo di esso? E se quest'ultima fosse quella di un corpo incompleto, con delle amputazioni, sarebbe eticamente accettabile negare la possibilità ad essere umani normali di amputarsi arti per permettere all'immagine fisica di aderire completamente all'immagine mentale che abbiamo dello stesso corpo?

Esiste un "disturbo" chiamato Body Integrity Identity Disorder e ci sono decine di siti web di persone che richiedono la possibilità di accedere a una chirurgia sicura e legale per le amputazioni o alla supervisione medica per diventare paraplegici.

(...)
" Nel 2007 il neurologo Vilayanur S. Ramachandran ha scritto un articolo in cui ipotizza un parallelismo fra BIID e somatoparafrenia. In questa ultima condizione, che può verificarsi dopo un ictus nel lobo parietale destro, il paziente nega la “proprietà” di un suo arto sul lato sinistro del corpo, tipicamente il braccio. Questi pazienti possono descrivere l’arto come estraneo e alieno, come appartenente a qualcun altro o come staccato dal corpo e giacente inerte nel loro letto. Ovviamente sviluppano per questo arto estraneo una forte repulsione emotiva.
Poiché questo fenomeno occorre dopo un danno al lobo parietale, Ramachandran suggerisce che questa zona del cervello giochi un ruolo molto importante nella costruzione dell’immagine corporea. Egli postula dunque che all’origine del BIID esista un disturbo funzionale della corteccia parietale destra probabilmente di origine genetica, come suggerisce il fatto che la maggior parte dei pazienti BIID datino l’insorgenza dei loro sintomi nella prima infanzia. A causa di questa disfunzione nel lobo parietale destro non si formerebbe mai, nel cervello di queste persone, un’immagine corporea completa e coesa, per cui essi sono in grado di sentire che, ad esempio, una gamba è lì in quel punto, attaccata al bacino, ma sono dolorosamente afflitti dalla sensazione che non “dovrebbe” essere lì, che si tratti di un surplus, qualcosa di profondamente sbagliato. "

Il corpo deve aderire all'immagine che hanno di essi, esattamente come una donna che si vede prosperosa desidera un seno prosperoso per permettere ai due universi (quello del desiderio e quello della realtà) di sovrapporsi perfettamente in una congiunzione che porta alla soddisfazione.

Nel caso dei BIID, non si tratta di aggiungere, ma di sottrarre.

L'algebra dovrebbe essere un diritto.

giovedì 7 luglio 2011

Edward Hopper - Nighthawks (1942)

Il quadro di Hopper mostra 4 figure all'interno di un bar: il barista, un cliente solitario che da' le spalle all'osservatore e una coppia. In questa coppia, lei sta guardando l'oggetto che ha in mano, lui tiene tra le dita una sigaretta e ascolta quello che il barista gli sta dicendo.
Nessun'altro personaggio è presente nel quadro.

L'opera comunica un senso di solitudine universale, di disillusione definitiva attraverso la luce spettrale del bar e la presenza quasi metafisica di questi nottambuli che, metaforicamente, sembrano mettere in atto la rappresentazione dell'inutilità della vita, in una pantomima in cui la compagnia occasionale e le chiacchiere di circostanza evidenziano una solitudine esistenziale oltre che fisica.

Non solo.

La città vuota in cui il bar è immerso rafforza l'aspetto metaforico del locale stesso che assume le sembianze di "ultima oasi": non è più quindi un luogo di socializzazione ma un rifugio, non tanto dai pericoli urbani, quanto da un'insoddisfazione esistenziale che cerca inutilmente, in una compagnia occasionale di un bar notturno, di porre fine al proprio stato.

Un altro aspetto inquietante del quadro sta nella dimensione dello stesso, che sembra ricalcare la dimensione della vetrata del bar rappresentato.
Questo trasfigura l'osservatore del quadro in un possibile cliente di un bar frontale a quello rappresentato, e lo fa diventare un'ulteriore anima in pena che osserva, nel pub di fronte, la propria solitudine rispecchiata nella solitudine dei quattro nottambuli immortalati nell'opera.

Siamo tutti dei clienti notturni nel bar delle Solitudine che riflettono sulla propria miseria di esseri abbandonati.

La parodia del quadro in un episodio di That '70s Show - minuto 2'08")



Oltre il muro del sonno - 037

......mi guardavo l'interno coscia della mia gamba destra e vedevo che la mia bella smagliatura rosa si era allargata e aveva una larghezza pari a una ventina di centimetri......

mercoledì 8 giugno 2011

martedì 7 giugno 2011

Oltre il muro del sonno - 036

Ero andato a vedere un concerto dei Fantomas in una città americana, probabilmente nell'Arizona, ma la location del concerto fosse identica allo spazio verde di fronte alle ville presenti nel mio paese natale. Il concerto iniziò con una cover dei Manowar: Guyana.

venerdì 27 maggio 2011

Top Photos: Alberto Korda - Guerrillero Heroico (1960)

Oltre il muro del sonno - 035

Stavo facendo zapping in tv, con mia madre seduta di fianco a me, quando, sbagliando bottone, partì il video di un film porno sadomaso coprofilo violentissimo. Io, nel più totale imbarazzo, dissi che era un canale porno in tv, e condannavo la presenza di simili trasmissioni sotto gli occhi sbigottiti di mia madre.

lunedì 23 maggio 2011

Oltre il muro del sonno - 034

Camminando in via Riva di Reno incontrai le mie ex colleghe Persiani e Sirri. Queste mi dissero che per pranzare scalavano un piccolo scoglio che c'era lì vicino (!) dal momento che sopra di esso c'era il completo da campeggio. Salito sopra lo scoglio con loro c'erano infatti delle pentole ancora sporche. Io insegnai alle 2 ragazze a fare gli spaghetti alla carbonara (!)

giovedì 19 maggio 2011

Top Photos: David Bailey - Roman Polanski & Sharon Tate (1969)

Oltre il muro del sonno - 033

Stavo litigando con Milly Carlucci (!) per motivi politici, e ad un certo punto lei mi molla uno schiaffo. Le blocco allora le mani e le faccio capire che le divergenze di opinioni non devono sfociare nella violenza fisica. Lei scoppia a piangere e mi confessa che tutta quella tensione nasce da Berlusconi che incita alla violenza.

lunedì 9 maggio 2011

Top Photos: Richard Drew - The Falling Man (2001)

Tarantino? No! Il conte Oliver in una battuta di Max Bunker

"Oh, che parolacce che escono da questo animo esacerbato dal troppo credito fatto e da conti non saldati. Osserva questo simbolo di pace automatico nove colpi, calibro trentadue e sono certo che cambierai opinione, vero ?"

venerdì 22 aprile 2011

Top Photos: Kevin Carter - Little Girl in Sudan (1993)

Oltre il muro del sonno - 031

Due versioni sullo stesso sogno nella stessa notte.

Prima versione. Avevo trovato in camera di mia madre delle lettere dalle quali capivo che non ero figlio di O. , ma di un altro. Chiesi a mia madre spiegazioni e mi disse che era rimasta incinta del cantante degli AC/DC (!!), di cui però non si ricordava il nome. Io rimasi male del fatto che aveva scordato persino il nome del mio vero padre. Cercando su internet scoprì che era Jon Bon Scott (nella realtà si chiamava solamente Bon Scott), e le iniziali comparivano effettivamente su tutte le lettere.
Seconda versione. Stavamo chiacchierando sul letto matrimoniale di mia madre io, Catherine Deneuve (!!) e mia madre stessa. Io non riuscii a non dire alla Deneuve che da giovane mi ero masturbato tantissimo mentre la guardavo in Miriam si sveglia a mezzanotte (The Hunger). Non so per quale motivo finimmo a parlare degli AC/DC e la Deneuve se ne uscì dicendo che il cantante era il mio vero padre, tra l'imbarazzo e la rabbia di mia madre che mi aveva tenuto all'oscuro di tutto.

giovedì 21 aprile 2011

Top Photos: Steve McCurry - Afghan Girl (1984)

Oltre il muro del sonno - 030

Ero andato da solo a vedere l'attico in via Sciesi, in compagnia dell'agente immobiliare. L'attuale padrone di casa era nel bagno dell'appartamento, percui non mi fu data la possibilità di vedere qul locale. In compenso, c'erano due salotti, e due camere, ma le pareti interne dell'attico erano di vetro il che impediva di avere un minimo di privacy. Parlando con l'agente immobiliare, feci notare che non doveva essere un gran lavoro quello di trasformare le pareti di vetro in pareti in carton-gesso e uno dei due salotti farlo diventare la terza camera da letto.

mercoledì 6 aprile 2011

Oltre il muro del sonno - 029

Ero un chitarrista vagabondo e girovagavo con la mia chitarra elettrica stile Buckethead. Arrivato a una locanda, mi misi a dormire in una camera insieme a una coppia con lui chitarrista. Ci accordammo sul fatto che chi di noi due suonava meglio, avrebbe pernottato a spese dell'altro. L'indomani facemmo la sfida e la vinsi io. Prima di andare per la mia strada dissi al ragazzo che l'unico modo per diventare bravi chitarristi era quello di fare come facevo io: viggiavo e mi fermavo a suonare per ricevere le offerte dei passanti. Se suonavo male, non guadagnavo, ergo non mangiavo. Questo era l'unico modo di impegnarsi veramente nell'arte di imparare a suonare uno strumento.

lunedì 4 aprile 2011

Oltre il muro del sonno - 028

Stavo guidando la 126 di mio padre con lui al mio fianco e mia madre dietro. Tenevo sulle ginocchia il MacBook e vedevo che il cruscotto era pieno di sabbia e alghe. Ad un certo punto mi fermai e cominciai a gettare la sabbia e le alghe fuori dal finistrino. Un po' della sabbia cadeva sulla tastiera del laptop, con mia ovvia preoccupazione. Dopo che gettai via gran parte della sabbia e delle alghe, mio padre iniziò a rimproverarmi dicendo che sabbia e alghe gli servivano per fare "la curva del muro per passare con il motorino" (?!).

mercoledì 30 marzo 2011

Silvia Tagliaferri

“Foetus” (olio su tela, cm 50x70, 2009)























“L’appeso” (olio su tela, cm 80x80, 2009)

















“Life” (olio su tela, cm 50x70, 2010)




















Silvia Tagliaferri: 06/07/1973 - 27/03/2011

giovedì 24 marzo 2011

Essere per la morte

La morte sovrasta l'esserci.

La morte non è affatto una semplice presenza non ancora attuatasi, non è un mancare ultimo ridotto ad minimum, ma è, prima di tutto, un'imminenza che sovrasta.

Ma all'esserci, come essere-nel-mondo, sovrastano molte cose.

Il carattere d'imminenza sovrastante non è esclusivo della morte.

Un'interpretazione del genere potrebbe far credere che la morte sia un evento che s'incontra nel mondo, minaccioso nella sua imminenza. Un temporale può sovrastare come imminente; la riparazione d'una casa, l'arrivo d'un amico, possono essere imminenti; tutte cose, queste, che sono semplici presenze o utilizzabili o compresenze.

Il sovrastare della morte non ha un essere di questo genere.

(...)
La morte è una possibilità di essere che l'esserci stesso deve sempre assumersi da sé.

Nella morte l'esserci sovrasta se stesso nel suo poter-essere più proprio.

In questa possibilità ne va per l'esserci puramente e semplicemente del suo essere-nel-mondo.
La morte è per l'esserci la possibilità di non-poter-più-esserci.
Poiché in questa possibilità l'esserci sovrasta se stesso, esso viene completamente rimandato al proprio poter-essere più proprio.

In questo sovrastare dell'esserci a se stesso, dileguano tutti i rapporti con gli altri esserci.
Questa possibilità assolutamente propria e incondizionata è, nel contempo, l'estrema. Nella sua qualità di poter-essere, l'esserci non può superare la possibilità della morte. La morte è la possibilità della pura e semplice impossibilità dell'esserci. Così la morte si rivela come la possibilità più propria, incondizionata e insuperabile. Come tale è un'imminenza sovrastante specifica.

(...)
Questa possibilità più propria, incondizionata e insuperabile, l'esserci non se la crea accessoriamente e occasionalmente nel corso del suo essere.
Se l'esserci esiste, è anche già gettato in questa possibilità.

(...)
L'esser-gettato nella morte gli si rivela nel modo più originario e penetrante nella situazione emotiva dell'angoscia. Un'angoscia davanti alla morte è angoscia davanti al poter-essere più proprio, incondizionato e insuperabile.

(...)
L'angoscia non dev'essere confusa con la paura davanti al decesso. Essa non è affatto una tonalità emotiva di 'depressione', contingente, casuale, alla mercé dell'individuo; in quanto situazione emotiva fondamentale dell'esserci, essa costituisce l'apertura dell'esserci al suo esistere come esser-gettato per la propria fine.

Si fa così chiaro il concetto esistenziale dei morire come esser-gettato nel poter-essere più proprio, incondizionato e insuperabile, e si approfondisce la differenza rispetto al semplice scomparire, al puro cessare di vivere e all'esperienza vissuta dei decesso.

(...)
Un'interpretazione pubblica dell'esserci dice: "Si muore"; ma poiché si allude sempre a ognuno degli Altri e a noi nella forma dei Si anonimo, si sottintende: di volta in volta non sono io. Infatti il Si è il nessuno.

(...)
Il morire, che è mio in modo assolutamente insostituibile, è confuso con un fatto di comune accadimento che capita al Si. Questo tipico discorso parla della morte come di un "caso" che ha luogo continuamente. Esso fa passare la morte come qualcosa che è sempre già "accaduto", coprendone il carattere di possibilità e quindi le caratteristiche di incondizionatezza e di insuperabilità. Con quest'equivoco l'esserci si pone nella condizione di perdersi nel Si proprio rispetto al poter-essere che più di ogni altro costituisce il suo se-Stesso più proprio. Il Si fonda e approfondisce la tentazione di coprire a se stesso l'essere-per-la-morte più proprio. Questo movimento di diversione dalla morte coprendola domina a tal punto la quotidianità che, nell'essere-assieme, "i parenti più prossimi" vanno sovente ripetendo al "morente" che egli sfuggirà certamente alla morte e potrà far ritorno alla tranquilla quotidianità del mondo di cui si prendeva cura. Questo "aver cura" vuol così "consolare il morente". Ci si preoccupa di riportarlo nell'esserci, aiutandolo a nascondersi la possibilità del suo essere più propria, incondizionata e insuperabile.
Il Si, si prende cura di una costante tranquillizzazione nei confronti della morte.
In realtà ciò non vale solo per il "morente" ma altrettanto per i consolanti.

(...)
Il Si non ha il coraggio dell'angoscia davanti alla morte.

(...)
Nell'angoscia davanti alla morte, l'esserci è condotto davanti a se stesso in quanto rimesso alla sua possibilità insuperabile. Il Si si prende cura di trasformare quest'angoscia in paura di fronte a un evento che sopravverrà. Un'angoscia, banalizzata equivocamente in paura, è presentata come una debolezza che un esserci sicuro di sé non deve conoscere.

(...)
Un essere-per-la-morte è l'anticipazione di un poter-essere di quell'ente il cui modo dì essere è l'anticiparsi stesso. Nella scoperta anticipante di questo poter-essere, l'esserci si apre a se stesso nei confronti della sua possibilità estrema. Ma progettarsi sul poter essere più proprio significa poter comprendere se stesso entro l'essere dell'ente così svelato: l'anticipazione dischiude all'esistenza, come sua estrema possibilità, la rinuncia a se stessa, dissolvendo in tal modo ogni solidificazione su posizioni esistenziali raggiunte.

(Martin Heidegger, Sein und Zeit, 1927)

mercoledì 16 marzo 2011

Oltre il muro del sonno - 027

Mi stavo laureando una terza volta e Max Fontana era invitato alla discussione della tesi.
C'era anche Christopher Walken e quando ci presentammo non riuscii a non fargli i complimenti per I Cancelli Del Cielo di Michael Cimino, film nel quale Walken aveva partecipato.

lunedì 14 marzo 2011

Oltre il muro del sonno - 026

Io e Tiziana ci trovavamo alla stazione dei treni di Milano dove avevo un appuntamento con l'autore di quell'edizione del libro della Genesi che mi ossessiona. Conosciuto l'autore, andammo a casa sua e ci fece vedere le tavole originali dell'opera, evidenziando il fatto che un personaggio di una tavola era identico a un particolare della Cappella Sistina, coincidenza che veniva spiegata dall'autore come prova dell'esistenza di un'Intelligenza aprioristica condivisa insita nei grandi artisti.

giovedì 10 marzo 2011

Oltre il muro del sonno - 025

Io e Luisa avevamo finalmente cambiato appartamento, e avevamo comperato un casa da ristrutturare sui colli, in mezzo a un bosco, collegata alla strada principale da un viale alberato. Aveva il garage sotterraneo per 2 auto, ma l'uscita era talmente bassa che non solo non ci passavao le auto, ma anche le persone per entrare e uscire dal garage dovevano strisciare per terra. Io stavo cercando con una mazza ad allargare l'uscita. Max e Enzo vennero a trovarci nella nuova dimora e rimasero felicemente sorpresi della nuova abitazione, che distava dal posto di lavoro della Luisa una ventina di minuti. La casa era vicina a un locale (il Covo?) e ad un pub irlandese. Inoltre il nostro vicino di casa era James Hetfield. Eravamo felici.

Oltre il muro del sonno - 024

Stavo guidando e l'auto cambiava improvvisamnete alimentazioen da gpl a benzina. Notavo così che un pieno di gas mi durava solo 150 km, contro i 400 in condizioni normali.

mercoledì 9 marzo 2011

Oltre il muro del sonno - 023

Io e Luisa dovevamo salire un week-end a Casotto per fare una grigliata con Max P. e signora, in maniera tale da poter anche organizzare il viaggio al concerto di Roger Waters. Già che salivo, avevo portato anche il mio amico Jimi Hendrix (!) alla grigliata.

giovedì 24 febbraio 2011

Ellroy? No! La cassazione sul caso Meredith Kercher

Meredith Kercher è stata vittima di una «forza brutale e prevaricatrice di una plurima, collettiva condotta che rivela nei suoi tristi protagonisti la volontà orgiastica di dare sfogo agli impulsi criminali più perversi».

William Burroughs - Pasto Nudo

"Mi risvegliai dalla Malattia all'età di quarantacinque anni, calmo e sano di mente, e in condizioni di salute ragionevolmente buone salvo per il fegato debilitato e quell’aria di carne presa in prestito tipico a chi è sopravvissuto alla Malattia…

Quasi nessuno ricorda il delirio nei dettagli.

A quanto pare io ho preso appunti dettagliati sia sulla malattia che sul delirio.

Non ho un ricordo preciso degli appunti presi e ora pubblicati con il titolo Pasto nudo.

Il titolo mi è stato suggerito da Jack Kerouac.

Non ho capito cosa volesse dire fino alla mia recente guarigione. Il titolo significa esattamente ciò che le parole esprimono: Pasto NUDO — l’istante, raggelato, in cui si vede quello che c’è sulla punta della forchetta"


(William S. Burroughs, Naked Lunch, 1959)

mercoledì 26 gennaio 2011

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