La Sagrada Família, nome completo in lingua catalana Temple Expiatori de la Sagrada Família (Tempio espiatorio della Sacra Famiglia) di Barcellona, Catalogna (Spagna) è una grande basilica cattolica (non una cattedrale), tuttora in costruzione, considerata il capolavoro dell'architetto Antoni Gaudí, massimo esponente del modernismo catalano. La vastità della scala del progetto e il suo stile caratteristico ne hanno fatto uno dei principali simboli della città e una delle tappe obbligate del turismo di massa.
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giovedì 2 settembre 2010
Berlino - 07/08/2010-17/08/2010
Il Sony Center è un complesso di edifici situato presso la Potsdamer Platz a Berlino.
Progettato su commissione della Sony dall'architetto Helmut Jahn, dello studio Murphy/Jahn di Chicago, il Sony center è un complesso di sette edifici disposti su una superficie di circa 26.000 m² nel quartiere di Mitte. L'intera costruzione è durata quattro anni. Il 20 gennaio 2000 fu aperta la zona turistica e di intrattenimento, mentre il complesso nella sua completezza fu inaugurato il successivo 14 giugno.
È strutturato secondo una caratteristica forma triangolare e offre contemporaneamente soluzioni lavorative, abitative e di intrattenimento. Sulla punta della pianta triangolare si trova la BahnTower, l'edificio di 103 metri di altezza che ospita gli uffici della Deutsche Bahn.
Il costo complessivo della costruzione del Sony Center è ammontato a 600 milioni di euro. Il 18 aprile 2008, la Sony lo ha venduto per una cifra di poco inferiore a un gruppo di investitori tedeschi e americani.
Il complesso, in cui predominano vetro e acciaio, comprende al suo interno il Forum, una piazza ovale coperta da una spettacolare opera di architettura e ingegneria: un articolato tetto a ombrello fissato con dei tiranti a un enorme anello di acciaio che si poggia sugli edifici circostanti. Visto dall'esterno, dovrebbe rappresentare uno dei simboli del Giappone: il monte Fuji. Secondo le credenze giapponesi, infatti, nelle montagne vivono i kami, dei numi tutelari della fede shintoista. Siccome Berlino non ha montagne, il Sony Center avrebbe dovuto quindi costituire una casa artificiale per i kami, in modo da poter invocare la loro protezione anche per la sede europea della Sony.
Progettato su commissione della Sony dall'architetto Helmut Jahn, dello studio Murphy/Jahn di Chicago, il Sony center è un complesso di sette edifici disposti su una superficie di circa 26.000 m² nel quartiere di Mitte. L'intera costruzione è durata quattro anni. Il 20 gennaio 2000 fu aperta la zona turistica e di intrattenimento, mentre il complesso nella sua completezza fu inaugurato il successivo 14 giugno.
È strutturato secondo una caratteristica forma triangolare e offre contemporaneamente soluzioni lavorative, abitative e di intrattenimento. Sulla punta della pianta triangolare si trova la BahnTower, l'edificio di 103 metri di altezza che ospita gli uffici della Deutsche Bahn.
Il costo complessivo della costruzione del Sony Center è ammontato a 600 milioni di euro. Il 18 aprile 2008, la Sony lo ha venduto per una cifra di poco inferiore a un gruppo di investitori tedeschi e americani.
Il complesso, in cui predominano vetro e acciaio, comprende al suo interno il Forum, una piazza ovale coperta da una spettacolare opera di architettura e ingegneria: un articolato tetto a ombrello fissato con dei tiranti a un enorme anello di acciaio che si poggia sugli edifici circostanti. Visto dall'esterno, dovrebbe rappresentare uno dei simboli del Giappone: il monte Fuji. Secondo le credenze giapponesi, infatti, nelle montagne vivono i kami, dei numi tutelari della fede shintoista. Siccome Berlino non ha montagne, il Sony Center avrebbe dovuto quindi costituire una casa artificiale per i kami, in modo da poter invocare la loro protezione anche per la sede europea della Sony.
lunedì 24 agosto 2009
La metafisica esistenzialista di Antonioni
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Giorgio De Chirico - Metafisica Piazza con enigma di un pomeriggio d’autunno (1913) |
Per giorni non ho pensato ad altro.
Alle immagini di quel film.
Un film veramente (finalmente!) ricco di immagini.
Ogni fotogramma sembra essere fotografia d'autore. I 10 minuti finali del film sono tra le cose più belle che il cinema, inteso come arte e non come forma d'intrattenimento, può vantare. Gli spazi dilatati dell'EUR romano, come i close-up, portano le situazioni in un'atmosfera metafisica che sembra uscita dai quadri di De Chirico, con rimandi anche alle "situazioni sospese" tipiche dei quadri di Edward Hopper. Anche il personaggio di Vittoria (Monica Vitti) sembra uscire da un quadro di Hopper, costantemente incerta, indefinita, irreale, incomunicabile.
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Palazzo della Civiltà Italiana (1940) |
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