giovedì 7 luglio 2011

Edward Hopper - Nighthawks (1942)

Il quadro di Hopper mostra 4 figure all'interno di un bar: il barista, un cliente solitario che da' le spalle all'osservatore e una coppia. In questa coppia, lei sta guardando l'oggetto che ha in mano, lui tiene tra le dita una sigaretta e ascolta quello che il barista gli sta dicendo.
Nessun'altro personaggio è presente nel quadro.

L'opera comunica un senso di solitudine universale, di disillusione definitiva attraverso la luce spettrale del bar e la presenza quasi metafisica di questi nottambuli che, metaforicamente, sembrano mettere in atto la rappresentazione dell'inutilità della vita, in una pantomima in cui la compagnia occasionale e le chiacchiere di circostanza evidenziano una solitudine esistenziale oltre che fisica.

Non solo.

La città vuota in cui il bar è immerso rafforza l'aspetto metaforico del locale stesso che assume le sembianze di "ultima oasi": non è più quindi un luogo di socializzazione ma un rifugio, non tanto dai pericoli urbani, quanto da un'insoddisfazione esistenziale che cerca inutilmente, in una compagnia occasionale di un bar notturno, di porre fine al proprio stato.

Un altro aspetto inquietante del quadro sta nella dimensione dello stesso, che sembra ricalcare la dimensione della vetrata del bar rappresentato.
Questo trasfigura l'osservatore del quadro in un possibile cliente di un bar frontale a quello rappresentato, e lo fa diventare un'ulteriore anima in pena che osserva, nel pub di fronte, la propria solitudine rispecchiata nella solitudine dei quattro nottambuli immortalati nell'opera.

Siamo tutti dei clienti notturni nel bar delle Solitudine che riflettono sulla propria miseria di esseri abbandonati.

La parodia del quadro in un episodio di That '70s Show - minuto 2'08")



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